Antonio Gurrado scrive una bella recensione su “Le cose di prima” di Eduardo Savarese, minimum fax. Di quelle che interrogano e dialogano sul senso del romanzo, e non raccontano solo la trama. Su Il Foglio.
“Il leitmotiv della storia è il limite, inteso nel senso di modo in cui le possibilità prendono il sopravvento sulle impossibilità. Attanaglia il protagonista malato: la sua sofferenza annichilisce le abilità del corpo e incute timore agli altri, inducendo entrambe le parti a rinunciare alle possibilità della loro combinazione; la sua solitudine diventa un destino necessario e radicato nell’abitudine anche se basta l’ingresso di una ragazza affascinante per scoprire che le meccaniche pulsioni del corpo lasciano il passo piuttosto all’apertura di ‘una miriade di possibilità, come la scia di una portentosa cometa’”.