Chi è davvero Ruggero Gargano? Fanatico salutista o spirito illuminato? Vittima o carnefice? Avrebbe avuto un rapporto meno tormentato con sua figlia se la compagna non li avesse abbandonati? Sarebbe stato così spietato con i suoi vessatori se fossero stati meno cinici (Taddeo), indisponenti (Ennio) o remissivi (Carla)? Anima in pena alla costante ricerca di soldi, Ruggero idealizza la Natura, crede nell’autoguarigione e per il bene della figlia malata ha deciso di seguire sino in fondo le sue teorie, ma basandosi sul suo resoconto è difficile scindere tra verità e manipolazione, comprendere quali colpe imputargli e in che misura. Quale che sia la sua vera indole, è però senza dubbio un personaggio grottesco e vivo come pochi ne sa regalare la narrativa contemporanea e Maraschi lo delinea e lo assedia in un romanzo denso di approfondimenti su ogni ambito dello scibile, con una verve inarrestabile e senza mai far perdere ritmo alla narrazione.
Lettore ideale: chi osserva con scetticismo le dinamiche della contemporaneità e chi vi è immerso senza consapevolezza; chi simpatizza con gli eccentrici della risma del Kees Popinga di Simenon; i genitori e i figli che almeno una volta hanno rimpianto di esser tali.